A Diary Entry from 1999
IT 464 1999
Da Villa Sofia
Alessandro Mavilio

Ah! finalmente qualcosa scorre via. Una tenda si chiude, lenzuola si scuotono lentamente. Aereo o meteorite? Luci fioche e alcuni vetri smerigliati. Qualcuna apre uno spiraglio e fuma: butta il fumo fuori della finestra. Tante code di cavallo e zigomi alti avanti.

Roland Barthes, quanto mi manca!

Non ho ancora trovato il Giappone. Solo volgarità barbare. Il "Nord-che-sono-io" è ancora altrove.

Neon accesi e gente che si prende cura di altra gente. E più in basso la casupola dalla quale esce vapore. E all'interno un uomo avanti con gli anni che sistema asciugamani su un tavolo. E lavora tutto il giorno. La sua è una missione. La mia non ancora.

Come si può morire schiacciati da un furgoncino dei gelati?

Sono nel Paese delle uniformi! E i corpi risaltano! Il seno e i fianchi, gioia di luce e ombra! Persone tutte uguali e belle!

Di una vedo la testa che annuisce di tanto in tanto! Un'altra chiude una tenda bianca. All'ultimo piano una si china a prendere qualcosa e scompare.

Prospettiva centrale. Pioviggina e fa buio.

Bere bibite e fumare. Dolore e noja.

Life in Tokyo.

C'è un posto per ogni storia.