Resto attratto da questa scritta perché mi ricorda il concetto di “equilibrio impossibile”, mi ricorda la condizione paradossale dell’uomo su questo pianeta, mi suggerisce che nell’incontro/scontro tra alcune abilità umane nascono costantemente la dimensione del tempo, quella delle opportunità, la temibile quasi-certezza che il progresso e l’evoluzione (personali e generali) vengano più che altro dalla scia di fraintendimenti ed errori che continuamente ci lasciamo alle spalle e quasi mai notiamo.
Questo breve film in particolare si concentra sul concetto di “plasticità del tempo” e ovviamente usa la metafora del cinema per rendere visibile il processo col quale cerchiamo… da tempo, di dare forma a questo set di dimensioni.