Estratto da una email a un amico sulla situazione Covid - tra Giappone e Occidente.
IT 210 2022
Giappone infantile ma non troppo
Alessandro Mavilio

Io dico - più che altro e con GIOIA - che per il Covid, in Giappone, non c'è quella "euforia infantile della bua" che si è impossessata dell'Occidente.

Non c'è il Covid in senso di apocalisse strutturale.

C'è molta clamidia, gonorrea, suicidi e cancro a morire. E se vogliamo ora c’è anche il Covid.


Se rileggi l'articolo di giornale che mi hai spedito, puoi vedere che "la stretta" per combattere l’ondata Omicron consiste nel far chiudere i locali alle 21 e (probabilmente) far lasciare un posto libero tra una persona e l'altra a concerti e cose simili.

Del resto, dopo due anni di Covid non si è mai parlato di obblighi, tamponi, di green pass e pazzie simili. E speriamo che resti tutto così.

(La precisione maniacale giapponese impone che non si prendano decisioni folli, con azioni impossibili o sconvenienti da soddisfare.)


Quindi se parliamo di restrizioni logistiche al pubblico, OK. Ce ne sono anche qui e Il Giappone è del resto da sempre tutto file, percorsi, numeretti e minuscole restrizioni all'individuo per favorirlo come esponente della collettività.

Se invece di queste micro-restrizioni logistiche intendiamo "macro-restrizioni morali", beh qui non ce n'è traccia.


Sulla chiusura anticipata dei ristoranti, qui - anche fuori casa - si cena dalle 17 alle 20. Magari poi si continua a bere in altri locali fino a più tardi, dunque la stretta riguarda (come gia è successo) i locali "alcolici", dove complice l'alcol e l'allegrezza è più facile che ci si possa contagiare di qualunque cosa.

Questi "locali alcolici" ricevono soldi dal governo per sopperire al mancato fatturato, e due amici miei che hanno il locale, con le chiusure che già si sono avute in passato, sono riusciti a guadagnare anche di più del normale. (E ora dovranno vedersela giustamente con le tasse.)


Nei luoghi di massa, i Giapponesi sono poi da sempre programmati a sedersi a macchia di leopardo. Quindi il Covid non ha modificato più di tanto il loro utilizzo degli spazi pubblici. E se qualcosa aiuti il giapponese a mantenere una certa distanza fisica dagli altri egli ne è solo contento (costretto come spesso è a stare pigiato contro gli altri per la ristrettezza di alcuni spazi pubblici).

Certamente il Covid ha fatto spuntare qualche cartello in più che ammonisce i... distratti. Ma ancora: qui è tutto un cartello!


Il Giappone non ha bisogno di cavalcare il Covid in chiave politica perché:

1) non vuole/non ha bisogno di diventare come la Cina, (sogno immemore e non più segreto delle nostre tarlate democrazie occidentali)

2) ha già di suo un sistema sociale felicemente votato all'autocontrollo (in tutti i sensi)

3) ha da parecchio tempo messo a punto una unica ricetta che combina la giusta dose di totalitarismo con il rispetto della libertà individuale per il mantenimento di una necessaria e sufficiente pluralità.


La ricetta politica giapponese (e per "politica" intendo semplicemente la gestione territoriale delle esigenze delle polis e del relativo pluralismo che le caratterizza - non la politica più nazionale di qualche buffone) è insuperabile, e il Giappone sta facendo di tutto per non farsela inquinare dagli eventi e soprattutto dalle assurde e imbarazzanti derapate delle altre nazioni.

Aggiungo che secondo me, osservando cosa succede fuori delle sue isole, il Giappone se la ride sotto i baffi.

No, il Giappone non copia tutto.

E l'Occidente non è più il suo modello da un bel po'.



In Occidente, in Europa in particolare, e in Italia in special modo, state sull'orlo di un abisso senza ritorno. E il Covid è l'ultimo problema.

Il problema occidentale è l'annichilazione dei concetti di territorio, di cittadinanza, di appartenenza/diversità etnica, di corporazione, di religione e di famiglia.

E non ultimo il problema del criminale uso delle frequenze radiotelevisive, con un linguaggio ormai ai minimi termini, che mescolando il tutto, ha reso la società una sbobba non più in grado di imbarcarsi in una conversazione/scambio di vedute senza doverne fare un problema di ideologia o posizione politica.


Qui semplicemente non è così. Qui non ci si sogna di discutere di argomenti relativi, virtuali e soprattutto provvisori.

Questi hanno un'altra visione della vita e altre priorità.

(E questa mia non è un'espressione leggera. "QUESTI HANNO DAVVERO UN'ALTRA VISIONE DELLA VITA (famiglia, territorio, stato, diritti e doveri, religione, Dio, ecc)".)



A un popolo che si ostina a dormire per terra, schiaffeggiato dalla Natura, con una propensione per il martirio, il Covid davvero gli fa un baffo. E i suoi politici, soprattutto, sanno bene che non possono usare questo virus per estorcere ai giapponesi alcunché, principalmente perché:

a) il giapponese non lo riesci a minacciare perché (in senso occidentale) non ha paura di morire, non ha paura di sbiadire, o di non-esistere (e ancora: davvero non ne ha.)

b) perché... perfino al politico più corrotto e con progetti sovversivi non conviene modificare questa "secolare ricetta giapponese", unica, funzionale e irrinunciabile.



"L'evento Covid" (non l'epidemia) sta invece consumando l'Occidente.

Se a breve oltre al Covid non si esplicita altro:

- quando in Giappone sarà passata l'ondata COVID, il giapponese molto probabilmente si ritroverà... giapponese nel suo Giappone, proprio come dopo una guerra.

- quando in Occidente sarà passata l'ondata COVID, sarà passato anche l'Occidente.

(Io oggi infatti non riconosco più nulla di ciò che era ancora valido solo pochi anni fa...)



Io penso da sempre che questo è il popolo eletto (a rimanere, a sopravvivere, a modificarsi del tutto - ma secondo un proprio programma endogeno e mai imposto dall'esterno - perfino eletto a lasciare il pianeta a bordo di navicelle minuscole, quando sarà necessario farlo).

Gli altri popoli litigheranno sul nulla fino all'arrivo del meteorite, del vento solare assassino, del "gamma ray burst", degli alieni cattivi, o del virus veramente cattivo.



E’ invece chiaro che il Covid19 è un'arma batteriologica confezionata scientemente. Non sappiamo se quest'arma sia stata diffusa con dolo o se è solo sfuggita di mano. Il succo del discorso non cambia. Il mondo è nel bel mezzo di una guerra non convenzionale ma pur sempre una guerra. L'ultima cosa da fare in caso di guerra è svilire volutamente e dall’interno i propri soldati e il proprio popolo.

I media occidentali fanno propaganda anti-nazionale. La politica occidentale, anche. E anche qui non sappiamo se ciò avvenga dolosamente o per pura deficienza politica.

A quanto mi risulta il Giappone non fa propaganda interna, non si sbottona (forse perché non è ancora a conoscenza dei fatti reali), combatte l'epidemia con il minimo delle restrizioni interne e il massimo accettabile delle restrizioni con l'estero.

Non comunica al suo popolo la verità perché non la conosce, ma non diffonde ipotesi fantasiose. In una parola, sempre come accade in guerra, non demoralizza i suoi soldati con narrazioni deprimenti.

In guerra, mantenere il morale alto fa tanto. E oggi si è tutti soldati inconsapevoli perché l'arma è stata sganciata su popolazioni inermi, non in un campo di battaglia circoscritto.