Era tutto buio intorno ma poteva parlare in direzione di un fascio di luce sottile, accecante e pulsante, come quello di un proiettore, che gli veniva giusto in faccia.
- Dove sono? – domandò come appena uscito da un’apnea.
- Sei morto. Ma stai bene. – gli rispose una voce.
- Non dite cazzate! Dove sono?
- Eh… sei morto. Ma ora ti spiegheremo tutto. Sta’ tranquillo.
- Come sarebbe a dire “sto tranquillo, sono morto”? Fino a un minuto fa ero a casa mia!
- Sì, crollato a terra per un infarto.
- E va be’, ma ero a casa mia, o no?
- E ora stai qui. Ma non ci resterai a lungo, solo il tempo di una chiacchierata.
“Una chiacchierata” lo tranquillizzò. Poi ebbe un altro scatto.
- Fatemi andare via da qui, devo tornare indietro. Saranno tutti preoccupati per me.
- Non diremmo… Sulla Terra, ora, sono tutti preoccupati per loro stessi. Devi comprenderli. Certo, sono dispiaciuti per te, e ancora piangono, ma perché poi? Del resto tu stai bene, non trovi?
- Ma che discorsi! Vi prego, fatemi tornare indietro, c’ho famiglia!
La voce si prese una pausa. Poi, chiese:
- Alessandro. Cos’hai sognato la notte scorsa? Sappiamo che te lo ricordi, perciò te lo chiediamo.
- Beh, in effetti, dopo tanto tempo ho fatto un sogno… erotico. E la cosa mi ha colpito.
- Vuoi darci qualche particolare?
- Mah, era un sogno poco strutturato. Ricordo varie eiaculazioni, un pranzo in un “family restaurant”, tanti visi confusi ma amichevoli.
- Beh, quella era la tua vita.
- Che cazzo mi significa?
- Vogliamo dire che indietro, nei sogni, non si torna. E se lo fai, sarà come sognare di sognare in un sogno.
- Maronn'... E… mmo?
La voce si prese un’altra pausa e poi concluse.
- E ora = e mmo’ = lavora di fantasia. Fatti delfino o farfalla. Il paradosso continua.
- E non posso tornare a sognare?
- E cosa credi che tu stia facendo adesso?
- Oggesùmmio. Dico, il sogno di prima.
- Se ci riesci saresti il primo!
- Ma perché sono qui?
- Ci sei venuto tu! In genere la gente dopo il tunnel incontra genitori e nonni con le braccia stese sul bordo di prati e colline vergini.
- E perché io sono qui?
- Perché sei un rompicoglioni! E vuoi sapere ciò che nessuno potrà mai capire.
Una pausa durata un’eternità…
- Posso almeno incontrare mia madre?
- Ci dispiace, non è più possibile...
Singhiozzò qualcosa come due secoli terrestri. Poi chiese:
- Ma cos’è questa musica?
- Si chiama “Machine is your friend”. È di Night Rider. La mettiamo sempre a fine chiacchierata. Piace al Capo.