Per chiunque intenda la vita come la ricerca di qualcosa, o un Mistero, o il percorrere un sentiero, ecco che sognare è come un preciso infilare l’ago in vena. La vita è un sentiero, è una ricerca, e sì che c’è un mistero!
E quando arrivi al cospetto del Mistero, questo è addirittura meglio di quanto immaginassi, di quanto potessi immaginare! E allora evviva il Mistero, perché dà soddisfazioni maggiori di qualunque altra cosa! E non c’è bisogno di andare in India, o di affidarsi a clero e dogmi, non sono queste sagge soluzioni.
Il Mistero esiste, ci precede e ci sopravvive. Ma tu ci riesci? Questo è il punto.
Vi è sì un Mistero, e forse anche “un Segreto”, che riguarda questo pianeta, e di come le cose funzionano qui… E se ti capita di intravedere questo Segreto, sognando o scavando negli strati profondi della tua mente, ecco che ti imbatti in tue vestigia antichissime e personalissime, cose mai viste, passando per i segreti e la vera storia della tua famiglia, e ricordi così che tua Madre è l’origine di tutto e che tuo Padre, brava persona, ti è stato prestato quando eri troppo assente per capire o eccepire, realizzi che, come tutti, hai subito una disgrazia che ha cambiato tutti i giochi, una disgrazia che hai rimosso e che ha sconvolto il tuo corpo, i tuoi sentimenti, il tuo villaggio, il tuo continente, e sei poi stato dato al mondo da orfano, libero sì di vagare verso il futuro ma con nulla in mano che non fossero "strumenti di disgrazia", libero sì di anelare a un mondo perfetto, ricevendo e rifiutando negli anni le visite di emissari religiosi, tutti a dire “condoglianze in ritardo, fa’ così, fa’ colì, indossa questo...”.
Ma non sei a tuo vero agio nella realtà perché semplicemente, come tutti, sei un orfano che per tutto il tempo non ha avuto la serenità di rendersi conto che c’è - effettivamente - questa Presenza precedente, intelligente e vasta, misericordiosa e significativa, che cerca di comunicarsi in tutti i modi attraverso ciò che noi chiamiamo inconscio, filtrando tra tutti i possibili e cucitissimi interstizi, rimasti a sua disposizione.
Ma guardati bene, tu non sei chi credi di essere: sei un soldato stanco e provatissimo, coscritto diecimila anni fa in una faida di villaggio senza senso fattasi guerra senza quartiere e senza nemici. Ma sai anche da sempre cosa è necessario fare: defilarti, disertare, arrenderti - se è il caso - al nemico che non c’è.
Sei a metà del guado. Ma il permesso per fare ciò che va fatto si trova solo all’inizio e alla fine del mondo, due luoghi remotissimi ma sempre dentro di te.