E se ti capita di intravedere questo Segreto, sognando o scavando negli strati profondi della tua mente ecco che ti imbatti in tue vestigia antichissime e personalissime, cose mai viste, passando per la Vera Storia della tua famiglia...
Photo by Eduard Delputte
IT 440 2021
Il sogno come preludio alla diserzione
Alessandro Mavilio

Lo confesso, non credo che questo affare dei sogni abbia dei… limiti. Il solo fatto di sognare equivale a sfiorare le estremità del Significato e quasi provare a contenerlo. Sognare è certamente uno strumento, ecco cos’è.

Per chiunque intenda la vita come la ricerca di qualcosa, o un Mistero, o il percorrere un sentiero, ecco che sognare è come un preciso infilare l’ago in vena. La vita è un sentiero, è una ricerca, e sì che c’è un mistero!

E quando arrivi al cospetto del Mistero, questo è addirittura meglio di quanto immaginassi, di quanto potessi immaginare! E allora evviva il Mistero, perché dà soddisfazioni maggiori di qualunque altra cosa! E non c’è bisogno di andare in India, o di affidarsi a clero e dogmi, non sono queste sagge soluzioni.

Il Mistero esiste, ci precede e ci sopravvive. Ma tu ci riesci? Questo è il punto.

Vi è sì un Mistero, e forse anche “un Segreto”, che riguarda questo pianeta, e di come le cose funzionano qui… E se ti capita di intravedere questo Segreto, sognando o scavando negli strati profondi della tua mente, ecco che ti imbatti in tue vestigia antichissime e personalissime, cose mai viste, passando per i segreti e la vera storia della tua famiglia, e ricordi così che tua Madre è l’origine di tutto e che tuo Padre, brava persona, ti è stato prestato quando eri troppo assente per capire o eccepire, realizzi che, come tutti, hai subito una disgrazia che ha cambiato tutti i giochi, una disgrazia che hai rimosso e che ha sconvolto il tuo corpo, i tuoi sentimenti, il tuo villaggio, il tuo continente, e sei poi stato dato al mondo da orfano, libero sì di vagare verso il futuro ma con nulla in mano che non fossero "strumenti di disgrazia", libero sì di anelare a un mondo perfetto, ricevendo e rifiutando negli anni le visite di emissari religiosi, tutti a dire “condoglianze in ritardo, fa’ così, fa’ colì, indossa questo...”.

Ma non sei a tuo vero agio nella realtà perché semplicemente, come tutti, sei un orfano che per tutto il tempo non ha avuto la serenità di rendersi conto che c’è - effettivamente - questa Presenza precedente, intelligente e vasta, misericordiosa e significativa, che cerca di comunicarsi in tutti i modi attraverso ciò che noi chiamiamo inconscio, filtrando tra tutti i possibili e cucitissimi interstizi, rimasti a sua disposizione.

Ma guardati bene, tu non sei chi credi di essere: sei un soldato stanco e provatissimo, coscritto diecimila anni fa in una faida di villaggio senza senso fattasi guerra senza quartiere e senza nemici. Ma sai anche da sempre cosa è necessario fare: defilarti, disertare, arrenderti - se è il caso - al nemico che non c’è.

Sei a metà del guado. Ma il permesso per fare ciò che va fatto si trova solo all’inizio e alla fine del mondo, due luoghi remotissimi ma sempre dentro di te.