Il tabernacolo più sacro e immaginabile è da sempre vuoto e incustodito
Photo by Kris-Mikael Krister
IT 306 2021
Come reagisco a questo incubo COVID.
Alessandro Mavilio

Io sono certo che indietro non si possa davvero tornare mai, e che per risolvere questa attuale deriva socio-politico-mentale siamo tutti invece costretti a fare un salto in avanti, e individualmente, verso una dimensione valoriale del tutto nuova e personale, davvero mai vista.

Restaurare il mondo com’era nel 2018 non funzionerebbe a lungo. Troppi danni sono stati causati al modulo comunicativo di base degli individui, alla ideale fibra che per millenni ha tenuto insieme, e sempre più miracolosamente, i nostri scambi di idee e valori.

Sono convinto che anche senza crisi COVID, questa “fibra” si sarebbe comunque inguaribilmente slabbrata presto, e ci saremmo trovati tutti in una condizione di incomunicabilità e separazione forse ancora più pericolosa.

La crisi del COVID ha accelerato e certamente cavalcato questa già precaria condizione del mondo contemporaneo e in un certo senso ci regala una dimensione ancora praticabile: quella (se lo vogliamo) di sentirci vittime di un disegno malvagio (nella cui esistenza io credo fermamente); quella di unire molti di noi (e nuovamente) in un sentire comune di sapore un po’ ancestrale.

Insomma, per certi versi: molto meglio questa crisi COVID che un pianeta fatto di individui i cui mondi interiori si erano allontanati irrimediabilmente; una folla di individui incapaci di comprendersi, di amarsi, di compenetrarsi senza nemmeno sapere il perché...

La crisi COVID (e la coincidente distruzione programmata della società) che politica e poteri grigi hanno voluto, provocato e cavalcato, in primis con artifici comunicativi, chiede secondo me per prima cosa una rivoluzione delle nostre modalità comunicative fondamentali. E qui che le nostre barche fanno acqua. Lo sforzo necessario e richiesto per la nostra immediata sopravvivenza si dovrebbe operare in una sorta di meta-dimensione della quale non siamo sempre consci e padroni. È come chiedersi di non respirare perché l’aria attorno a noi è contaminata. Respirala e muori. Non respirare e muori ugualmente… Per fortuna che questa è solo una metafora, e che in realtà sarebbe ancora possibile per noi imporci un’apnea comunicativa.

Temo davvero che il prossimo passo per liberarsi dall’influenza dei cattivi non potrà mai essere un passo indietro, ma solo un percorso di cento, mille, passi in avanti, e da fare a tutto fiato; un percorso verso un avanti così variopinto e alieno ai nostri dominatori che essi ci impiegheranno un bel po' per venirne a capo, per comprenderci, per confezionare una nuova, unica e diffusa strategia che possa essere nuovamente funzionale ai loro obbiettivi.

Questa varietà, necessaria a distrarre lo squalo, si può ottenere proprio esasperando da noi stessi ogni differenza con i nostri simili, con una dolorosa e costosa distanza di sicurezza da tutto e tutti (eravamo comunque distanti e scimuniti anche prima del COVID), ri-arredando gli interni del nostro cuore.

Siamo pesci piccoli. Probabilmente, la reazione a caldo di cercare compagni di lotta e di combattere con altri è proprio quanto di più desiderato dai nostri predatori.

Ricordiamo anche che questo incubo così assurdo e globale non sarebbe mai stato possibile senza il potere dei media, su una popolazione ridotta senza “maniglie semantiche” e dai comportamenti prevedibilissimi.


Insomma, io sarei per un totale e arbitrario impazzimento, un re-design delle nostre "anime" individuali. Qualunque cosa necessaria, affinché noi tutti si smetta di essere gli "oggetti informatici tracciabili e prevedibili" che siamo diventati.

Questo incubo ha messo nel sacco e nella rete tutti i pesciolini che senza saperlo nuotavano nel loro oceano di sempre ma in banchi immensi e facili da pescare. I pesciolini più scaltri (o più veloci, o più lenti, o distratti o disadattati per carattere) spesso si salvano, e la grande ganascia cattiva non li va a cercare, perché non vi è nessuna faida personale, quelle fauci preferiranno fare un'altra massiccia scorpacciata lì dove il mare appare scuro e... ricco.

Quindi, se possibile, conviene restare lontani da ogni più piccola omologazione, quelle omologazioni sulle quali ormai le nostre vite siedono incuranti. Se necessario... in mancanza di idee più eccitanti, un banale "sleep-mode" può servire.

La mia osservazione da molti anni (su varie sotto-osservazioni del mondo degli umani) è che "il tabernacolo più sacro e immaginabile è da sempre vuoto e incustodito".

Sta al singolo metterci qualcosa, custodirlo e dare la propria messa.

L'unico ostacolo a tutto ciò? L’horror vacui dello scoprirsi soli in un'impresa titanica. Pena: vivere una vita a cazzo nella società dai valori random che ci capita di ereditare e abitare pigramente...